La Bns azzera i tassi: cosa cambia per gli svizzeri?

Franco troppo forte e inflazione negativa spingono a nuove manovre la Banca Nazionale Svizzera. La parola all'esperto.
BERNA - Un ulteriore taglio di 0,25 punti. La Banca Nazionale (Bns) ha azzerato il costo del denaro, decidendo di abbassare il suo tasso guida portandolo allo 0,0%. Si tratta del sesto taglio consecutivo nel ciclo di ribassi iniziato l'anno scorso.
Inflazione e rincari - Per la Bns, la priorità è scongiurare il rischio di deflazione, ora che il rincaro non è più un problema: a maggio l’inflazione è scesa al -0,1%, il livello più basso dal marzo 2021. L’indice dei prezzi è così scivolato, seppur di poco, sotto la fascia di stabilità definita dalla banca centrale, compresa tra lo 0% e il 2%.
Le ragioni di questa scelta, in parte attesa ma non scontata, sono la contrazione dell'inflazione, il rafforzamento del franco e le incertezze geopolitiche legate alla politica dei dazi inaugurata dal presidente americano Donald Trump.
Quali conseguenze? - Ma quale sarà l’impatto di questa decisione sull’economia svizzera? «I mutui a breve termine stanno aumentando perché il mercato si aspettava un aumento dei tassi di interesse più consistente. La situazione è simile per i mutui a lungo termine», spiega a 20Minuten Philipp Burckhardt esperto della Lombard Odier.
La riduzione del tasso di interesse porta «una pressione maggiore anche sul tasso d'interesse di riferimento per il mercato monetario Saron (Swiss Average Rate Overnight). Ciò significa che i mutui Saron torneranno a essere leggermente più convenienti. Ma bisognerà aspettare per capire se ci saranno degli adeguamenti verso il basso degli affitti».
Il franco forte - La riduzione dei tassi di interesse inoltre indebolisce la valuta. La decisione odierna della Bns deve essere intesa soprattutto in quest'ottica: vogliono evitare che il franco svizzero si rafforzi troppo».
«La Bns vuole fare in modo che il franco svizzero diventi meno attraente. Questo è un buon passo per l'industria delle esportazioni. Tuttavia, sarebbe meglio un tasso d'interesse negativo, in modo che il franco si deprezzi immediatamente e i produttori possano vendere le loro merci a prezzi più bassi».
Il presidente della direzione generale della Bns Martin Schlegel, si è detto però cosciente degli effetti collaterali indesiderati che i tassi d'interesse negativi hanno sull'economia. «Nel periodo fra il 2015 e il 2022 il tasso di interesse negativo è stato uno strumento importante per garantire la stabilità dei prezzi in Svizzera in una fase straordinaria», ha sostenuto il 48enne. «Siamo tuttavia anche consapevoli del fatto che esso può comportare effetti indesiderati e rappresentare una sfida per molti attori economici».